VATICANO: TRA DIRITTO CANONICO E ANTICRISTIANESIMO, mentre emerge lo "scisma sommerso" - di Simonetta Leopardi


Dai tempi del Concilio vaticano secondo, si parla dello "scisma sommerso", che ha travolto l'unità della chiesa cattolica, divisa tra fazioni e correnti, politicizzate e mondane. Lo stesso Papa Paolo VI si espresse pubblicamente, denunciando la gravissima crisi, che si era aperta nella chiesa e nel mondo:
«[Sembra che] da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. Si credeva, che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.» (Omelia, 29 giugno 1972)
E il fumo di Satana nella chiesa significa lo spargersi del male nel mondo, invece della benedizione. Violenza e scandali finanziari si diffusero ovunque, fin dentro il Vaticano.

Dopo Paolo VI, il suo successore Giovanni Paolo I muore in circostanze non chiarite e Giovanni Paolo II, che subisce il plateale attentato in Piazza San Pietro, torna ad avvertire, che la chiesa si è traviata e in essa domina l'oscurità e la morte, al posto della Luce
"Ci siamo sviati: dobbiamo ritornare sulla Via; si sono oscurate le menti: si deve dissolvere l'oscurità con la luce della Verità; la morte ha preso il sopravvento: si deve far trionfare la Vita. Non è questo il programma del Concilio Vaticano II e del mio stesso pontificato?"  (Messaggio per il centenario della consacrazione al cuore divino di Gesù)
Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, la Dottrina cattolica, con la sua Luce immortale, è affidata al Card.Ratzinger, nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede. Egli affronta per circa vent'anni le teorie dei teologi innovatori all'interno e le spinte separatiste delle conferenze episcopali all'esterno. Fino ad arrivare a doversi confrontare con l'emergere dei casi, sempre più numerosi, di abusi e crimini dei sacerdoti.
Tanto che, alla Via Crucis 2005, manifesta il suo giudizio, ormai definitivo, sulla "sporcizia", che ha invaso i sacerdoti, su "abuso, vuoto e cattiveria", su "teorie vuote" e "Parola distorta", su "superbia e autosufficienza", scrivendo il seguente testo di Meditazione:
"Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!"
La necessità di una grande purificazione della chiesa, esposta in questa Meditazione, è la visione, con la quale il Card.Ratzinger si presenta al conclave, che si apre poco dopo e che lo elegge Pontefice a vita, sulla base dell'elemento trascendente, che è lo spirito eterno.
Mentre infuriano posizioni teologiche anticristiane, scandali finanziari in Vaticano e crimini sessuali dei sacerdoti in tutto il mondo, il problema, che il nuovo Papa Benedetto XVI si pone è come poter confermare quelli che hanno un credo e una mentalità conforme al cristianesimo autentico, rispetto a chi ha scelto posizioni anticristiche,
vivendo una religione senza Dio e un cristianesimo senza Cristo. 

Dopo cinque anni di pontificato costantemente ostacolato dagli organismi vaticani e dalle conferenze episcopali ribelli alla sua autorità, Benedetto XVI annuncia le sue risoluzioni: per i crimini del clero Dio chiede la riforma istituzionale della chiesa e, se il rifiuto interno persiste, il Pontefice della chiesa universale farà valere la sua giurisdizione sul popolo di Dio, rigettando quella parte di istituzione ecclesiastica, che tradisce il cristianesimo.
Davanti ad alti rappresentanti del clero vaticano, Benedetto XVI pronuncia dal pulpito queste parole: 
"San Pietro sta davanti alla suprema istituzione religiosa e Dio gli ha dato UN ALTRO 'ORDINAMENTO': l'obbedienza a Dio gli dà la libertà di opporsi all'istituzione. È necessario far penitenza, cioè riconoscere quanto è sbagliato nella nostra vita, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della PURIFICAZIONE, della trasformazione, è grazia, perché è RINNOVAMENTO". (Benedetto XVI, Omelia alla Pontificia Commissione Biblica 15.4.2010)
Questo percorso di riforma costituzionale della chiesa è stato poi aperto da Benedetto XVI con il suo atto di Rinuncia all'ufficio diocesano per sciogliere, ex can. 332, ogni legame del pontefice della chiesa universale con la Curia romana, la quale, di conseguenza, perde la sua legittimazione ad agire in nome e per conto del pontefice.
Per questa disposizione papale, per la prima volta nella storia, il ruolo di Pontefice "a vita" della chiesa universale e il ruolo di vescovo diocesano di Roma, non sussistono più nella stessa persona, ma sono affidati a due persone distinte.
Nell'ufficio petrino di vescovo diocesano nella Curia romana, rimasto vacante, è stato chiamato Bergoglio, amico di Ratzinger, per agire in sinergia col pontificato ratzingeriano e con la giurisdizione universale sul popolo di Dio, che rimane in capo a Benedetto XVI.

Quale disegno operativo mette in moto Benedetto XVI con questa epocale innovazione, per raggiungere il suo fine di isolare quella parte di istituzione ecclesiastica, che ha tradito il cristianesimo e di confermare le chiese fedeli all'autentica dottrina cattolica?

A norma del diritto canonico, Benedetto XVI ha cambiato i rapporti di potere tra il vertice della chiesa universale (il Pontefice a vita e la Santa sede) e il vertice delle chiese locali. Con la "Rinuncia all'ufficio petrino", ha reciso il vincolo giuridico, in funzione del quale il Pontefice universale è parte integrante del Collegio dei vescovi ed essi, nelle chiese particolari, rappresentano la sua autorità. 
In tal modo, Benedetto XVI ha separato la sua giurisdizione universale sul popolo di Dio dalla gestione delle chiese locali, alle quali ora così incombe l'onere e la libertà di scegliere: seguire la sua direzione, oppure rifiutarsi e deliberare autonomamente e apertamente contro la Dottrina cristiana e contro l'autorità universale del Pontefice a vita.
In estrema sintesi, è stato questo il disegno di Benedetto XVI per portare a termine la grande purificazione della chiesa dai crimini e dagli abusi dei sacerdoti. 

Dunque, attraverso la sua Rinuncia all'ufficio petrino, Papa Ratzinger:
- ha inteso sciogliere il vincolo, che lega il pontefice universale alla Curia romana e al Collegio dei vescovi per togliere, quindi, ad essi la legittimazione ad agire "in nome e per conto del pontefice";
- ha deciso di permettere alla Curia romana di avere un suo vescovo, quale "primus inter pares" per i vescovi del mondo;
- ha scelto di lasciare andare per la loro strada di allontanamento dal diritto e dalla dottrina cattolica le conferenze episcopali anticristiche;
- per poter mantenere salda, sui principi fondamentali, la guida della chiesa universale fedele.

Ora, però, aldilà di criptosegnali per addetti ai lavori, come la notizia che Mons. Georg Gaenswein (proprio mentre è in fase conclusiva in Vaticano la riforma della Curia romana) è stato congedato dal suo ruolo affianco a Bergoglio per "una ordinaria ridistribuzione dei vari impegni e funzioni", ciò che manca e che urge è ripristinare la conoscenza della vera fede cristiana e della vera conformazione del Corpo della chiesa. 

A Papa Ratzinger vorrei chiedere: quando il Vaticano riconoscerà ufficialmente il suo titolo di PAPA A VITA E VESCOVO EMERITO DELLA DIOCESI DI ROMA, e smetterà di nascondersi dietro un dito, negando l'evidenza dei fatti e del diritto? Quando i cristiani potranno essere illuminati circa la verità di questa fase storica dell'istituzione e riconfermati nella fede?

"Ce ne sono di quelli che si ribellano alla luce, non ne vogliono riconoscere le vie" (Bibbia, Libro di Giobbe 24,13)
"Per quali vie si espande la luce, si propaga il vento del sole nascente sulla terra?" (Giobbe 38, 24) 
"Per salvarlo dalla fossa,
perché su di lui splenda la luce della vita" (Giobbe 33,30)
"Siamo chiamati figli della luce, e lo siamo realmente!" (Prima Lettera di Giovanni evangelista 1,3)    
"Voi siete un popolo regale, una nazione santa, disceso dalla sua luce solare." (Prima Lettera di Pietro 2,9)

LEGGI IL POST CON LA PETIZIONE A PAPA BENEDETTO XVI 
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